L'Ultima Campagna - War Inside, Ulnar

War Inside – 9 Harvester 596 CY. (Ulnar, Mente e Spirito) – Quarantaseiesima Sessione di Gioco

Le creature avanzano a grandi passi, urlando in modo grottesco. Hanno due teste deformi e uno sguardo demente. Macchie giallastre ricoprono i loro corpi mostruosi.

Rydkssu estrae la bacchetta dei fulmini e una saetta li colpisce entrambi. Ulnar e Killian attaccano all’unisono la mostruosità che brandisce un grosso femore di cavallo, infliggendogli diversi colpi di lama. L’abominio urla di dolore prima di far piombare la rudimentale arma con violenza sul corpo di Ulnar. Il guerriero subisce un colpo tremendo, ma non demorde. Il Troll armato di catena si lancia su Kay. Mika lo intercetta piazzando un paio di fendenti della sua Defender nelle gambe della creatura. Kay lancia Skyblade che, con precisione letale, lo colpisce alla spalla per poi tornare magicamente tra le mani dell’Elfo. Il mostro fa roteare la grossa catena contro Kay, che con un balzo acrobatico schiva il colpo. Nel frattempo, Ulnar con un fendente perfetto stacca un braccio del Troll e Killian gli assesta un’altra violenta spadata all’addome. L’essere vacilla, ma è ancora in piedi. Le urla dalle celle si fanno sempre più tragiche e terribili. Il cavaliere, motivato dalla rabbia che gli provocano le sofferenze che sente, abbatte il mostro con una combinazione di scudate e fendenti. Ulnar, intanto, rivolge le sue attenzioni su quello armato di catena per assistere i suoi compagni. Tre attacchi letali combinati del guerriero, di Mika e di Kay, fanno a pezzi anche la seconda mostruosità. Rydkssu si occupa dei corpi per non farli rialzare grazie al potere rigenerante. Piccole sfere di fuoco si creano dalle mani del Githzerai, che dirige verso le due gigantesche carcasse. Le sfere si spargono lungo tutta l’estensione degli ammassi di carne marcia, bruciando i loro tessuti.

Sulle porte delle celle, tra muscoli e sistemi venosi, ci sono incisioni che rappresentano disegni osceni che sembrano animarsi e schernire la compagnia con risate diaboliche. Ogni genere di efferatezza, orrore, brutalità e perversione è rappresentata in questi folli graffiti incisi nelle carni delle pareti. Notano che la grossa stanza si chiude in un grande sfintere che sembra respirare.

Il senso di oppressione, le urla strazianti dei prigionieri, l’ammasso di parti anatomiche in cui camminano da ore, la malvagità perversa delle raffigurazioni e il fetore letale e irrespirabile sono oltre il comprensibile. Rydkssu e Kay hanno conati di vomito e devono fermarsi. Mika e Killian sembrano vicini a perdere la ragione. Ivid è attaccato alle gambe del suo padrone, con le orecchie basse e il muso verso terra, anche se in buono stato fisico grazie alla collana di adattamento. I loro occhi brillano di rabbia furiosa. Ulnar, in questo momento, pare l’unico in grado di reggere razionalmente il delirio in cui sono immersi.

Si rivolge al Sacerdote di Nerull: “Dove sono le chiavi? Non le vedo addosso ai Troll.”

“La chiave è quell’osso che spunta da quella collana che hanno attorno al collo,” risponde Merouac senza nemmeno muovere quell’accenno di bocca che ha nel volto spettrale.

Ulnar strappa il ciondolo dal collo di uno dei due Troll, prima che finisca bruciato con il resto del corpo, e si dirige verso la cella indicata in precedenza dal Sacerdote.

L’osso ha una protuberanza che sembra incastrarsi perfettamente in un pertugio della porta. Non appena infilato, i disegni osceni amplificano la loro cacofonia e la serratura sembra una bocca che mangia l’osso e lo fa girare per poi risputarlo indietro. La porta si apre. Le pareti della cella sono composte da piccole creature deformi. Braccia, teste e gambe spuntano dalle superfici incastrate tra le mura. Appoggiata con la schiena alla parete, nuda, con varie braccia che la tengono ferma e la toccano ovunque, e teste abominevoli che le sussurrano attaccate alle orecchie chissà quali bestialità, un’Elfa dallo sguardo completamente vuoto. È sporca di liquami e scorie corporee. Respira, ma sembra in uno stato catatonico. Kay si fa forza ed entra nella stanza. Si affianca all’amico e di fronte a quell’immagine raccapricciante, una lacrima gli scende sul viso. Appoggia delicatamente la sua mano sul suo volto e per un istante i suoi occhi spenti sembrano brillare grazie all’influsso elfico. Nel frattempo, anche Killian e Mika entrano nella stanza. Hanno gli occhi sbarrati e sguardi rabbiosi.

“Liberatela!” urla lo Sciamano, mentre si avventa sul suo corpo tentando di strapparla alle braccia che la bloccano. Rischia di fare seriamente male al suo debole corpo già martoriato. Ulnar solleva di peso l’amico e lo sposta.

“Kay, porta fuori Killian e Mika da qui. Ci penso io a liberarla. Cerca di calmarli e fagli preparare qualche erba per farla riprendere,” dice Ulnar all’Elfo.

“Va bene, ci penso io. Mettigli questo vestito prima di farla uscire, una volta che l’avrai liberata,” così dicendo Kay estrae un abito femminile dal suo zaino e inizia a spingere fuori i due amici.

Ulnar si occupa delle braccia e delle parti di corpo che bloccano la ragazza. Stando attento a non farle male, strappa via gli arti e rapidamente la allontana dalla parete prima che la riprendano. La veste con gli abiti di Kay e la solleva in braccio portandola fuori dalla cella. La posa delicatamente a terra. Kay estrae la sua Caraffa dell’Acqua Eterna, un potente oggetto magico in grado di generare acqua senza limiti. Le lava il corpo e le fa sorseggiare il liquido poco alla volta. Dopo di che, capisce che è talmente debole che le cure di Mika non basterebbero. Serve qualcosa di più potente. Le dà da bere una delle sue ultime tre pozioni, che contiene un potente incantesimo di guarigione totale. Terminato l’ultimo sorso, l’elisir sprigiona i suoi effetti benefici. I suoi occhi tornano verdi e brillanti di vita. I suoi capelli grigi arruffati diventano neri e lucenti con riflessi blu. Le scorie sul corpo svaniscono. La sua pelle torna candida e vitale.

Si tocca il viso e piange.

“In che anno siamo?” sussurra rivolta a Kay.

“Nel 596,” le risponde dolcemente Kay, tenendole la mano sotto la testa.

Lei scuote leggermente il capo e sussurra tra sé e sé che è passato un anno.

“Come ti chiami?” le chiede Kay.

“Ambara. Sono Ambara di Flameflower.”

“Dobbiamo proseguire, Ambara. Dovremo anche combattere creature potenti per uscire da questo posto. Sei in grado di difenderti?”

“Sì. Però mi serve la mia spada, il mio arco e il mio libro degli incantesimi,” dice l’Elfa.

Ulnar si gira verso Merouac, che sembra sussurrare come un folle al lembo di stoffa, e gli urla imperiosamente: “Hai sentito? Serve il suo equipaggiamento.”

“Creatura stolta. Rivolgiti a me con rispetto. Sono l’emissario del Re di Tutte le Tenebre e tengo tra le mani un lembo della sua Sacro Tabarro,” risponde il Sacerdote con una voce che pare provenire dall’oltre tomba.

“Non ho tempo e voglia di giocare con te. Se vuoi liberare il tuo campione, recupera quello che ti ho chiesto,” chiude Ulnar.

Il Prete, senza scomporsi, si rivolge al suo famiglio: “Vai a prendere quegli stupidi oggetti e daglieli. Subito.”

Dopo poco, il Quasit torna con una grossa sacca e la porta all’Elfa. Lei controlla il tutto, impugna la sua spada lunga, mette l’arco e le frecce dietro la schiena e dice: “Sono pronta, andiamo. Ma un momento… tu sei Kay Demon… e tu sei… Ulnar… Sì, siete voi. Gli eroi di Flameflower,” dice con le lacrime agli occhi. “Grazie. Che Aerdrie, la Madre Alata, vi benedica una seconda volta.”

Kay la bacia delicatamente in segno di ringraziamento e di apprezzamento delle sue parole. Ulnar le fa un cenno piegando la testa.

“Ora andiamo. Dobbiamo liberare Franz Torkeep, finire quello che abbiamo iniziato e occuparci degli altri prigionieri,” dice Killian, che sembra tornato nel pieno controllo. “Dov’è la sua cella?” dice rivolto a Merouc.

“Seguitemi. Dopo aver fatto questo, dobbiamo andare. Non c’è più tempo per altro,” risponde il Sacerdote di Nerull.

Tornano nel corridoio, lui sembra disattivare altre trappole magiche con parole arcane e, in corrispondenza con l’ingresso precedente, dall’altra parte del muro apre un nuovo passaggio nascosto da una delle lingue di carne.

“È il secondo complesso di celle. Ci sono due guardiani come quelli che avete abbattuto con le chiavi al collo. Lo Shieldlander è nella terza cella sulla sinistra.”

Entrano come furie nel passaggio. Tutto è speculare al complesso precedente, anche le due creature che si avventano su di loro. Sono pronti e preparati ad affrontarle, e in pochi secondi le due mostruosità sono fatte a pezzi dagli attacchi combinati dei sei. Mentre Rykdssu inizia a bruciare i corpi con le sue sfere infuocate, Killian non perde tempo e con la chiave d’osso presa dal collo di una delle due creature apre la cella dove è rinchiuso Lord Torkeep. Incurante degli orrori, si concentra solo sul vecchio mentore, lo libera dalle braccia che escono dal muro e lo porta fuori dalla cella. Anche le sue condizioni sono disperate. È frastornato, gracile, in uno stato di inedia totale, il corpo pieno di tagli, macchie, tumefazioni, infezioni e malattie. Killian è emozionato e preoccupato, gli prende la mano e mostra una spilla che porta sulla sua armatura. È lo stemma di Lady Kyaren Rhavelle, il dono della dama per il suo campione scelto. Franz la osserva, improvvisamente spalanca gli occhi e il suo viso dolorante diventa stupito ed agitato. Freme e tenta di balbettare il nome del cavaliere. “Ki… Killia…”

Killian si inginocchia accanto a lui, ha gli occhi gonfi di lacrime e devozione. “Mio Lord.” Poi, con la voce rotta, prosegue recitando il giuramento dei cavalieri:

“Siamo i portatori dello scudo di Heironeous.

L’onore è la nostra coscienza.

Il valore è il nostro sangue, la giustizia è la nostra anima.

Sosteniamo la legge

e proteggiamo ciò che è giusto.

Offriamo tutto ciò che siamo

al servizio delle Terre dello Scudo,

fino a quando avremo respiro!”

“Ben ritrovato, Fratello. Che gli Dei ti benedicano,” dice Franz a Killian, compiendo uno sforzo enorme per pronunciare quella frase.

Kay capisce la situazione ed estrae il penultimo potente Elisir di Guarigione, allungandolo all’uomo sofferente. Franz, dopo averlo bevuto, riprende un colorito roseo. Le macchie cancerogene e le tumefazioni svaniscono, i tagli si chiudono. Il suo corpo riprende il corretto peso corporeo. Le ossa rotte si riassestano. Si alza con un balzo, guarda la Compagnia che forma un semicerchio intorno a lui e fa un inchino a tutti in segno di ringraziamento. Poi si rivolge a Killian, ancora inginocchiato con il capo rivolto verso il pavimento. Anche Ivid è al suo fianco con il muso abbassato; il cane sembra percepire la solennità del momento.

Franz Torkeep si schiarisce la voce, pone la mano sul capo di Killian, e le sue parole iniziano a riempire la stanza di pathos e grandezza:

“Killian, mio caro Killian, oggi ti rivolgo la parola con un cuore pieno di gioia e orgoglio. Il tempo ha separato le nostre strade, ma oggi ci ritroviamo in questa occasione cupa, dove il destino ha tessuto un filo che ci riunisce nuovamente.

Guardo nel profondo dei tuoi occhi e vedo la tua trasformazione, la tua redenzione. Il tuo nome risuona nel mio cuore come un richiamo alla forza dell’animo umano, alla volontà di rialzarsi nonostante le cadute. Sei un esempio di coraggio e resilienza, e sono onorato di chiamarti Killian, il cavaliere che è tornato alla luce.

Ricordo i giorni in cui ti ho visto crescere, quando ho avuto il privilegio di guidarti lungo il cammino dell’onore e della giustizia. Hai imparato le lezioni più preziose, quelle che vanno oltre la perfezione della tecnica di spada e si immergono nella profondità della tua anima. Sei stato il mio allievo più promettente, e oggi, davanti a tutti, vedo la tua promessa tornare.

I tuoi tempi oscuri sono stati un duro colpo, ma nel profondo del mio cuore ho sempre creduto nel tuo potenziale di risorgere. E oggi, Killian, vedo il fulgore della tua rinascita, la tua armatura che brilla di nuovo con la luce dell’onore e della dignità. Hai superato le tenebre che ti circondavano e hai abbracciato la verità del tuo essere.

Il tuo ritorno tra le fila dei cavalieri è un simbolo di speranza per tutti coloro che si sono smarriti lungo il cammino. Il tuo esempio dimostra che anche nelle ore più buie, la luce può splendere ancora una volta. E ora, caro Killian, ti affianchi a noi come un esempio vivente di forza interiore.

Prometto di essere qui per te, come mentore e guida, come colui che ti ha visto attraversare le fiamme della tua stessa disperazione e rinascere come un falco che si libra nell’aria. La tua presenza tra noi rinvigorisce il nostro giuramento di difendere il giusto, di proteggere i deboli e di lottare per la verità.

Avanti, Killian. Il tuo passato non è dimenticato, ma è un capitolo che ti ha forgiato, che ti ha reso più forte e compassionevole. Ora è il momento di mettere il tuo coraggio e la tua saggezza al servizio della causa, di estendere la mano a coloro che hanno bisogno di speranza e riconciliazione.

Che il nostro legame, cresciuto attraverso le tempeste del tempo, sia una fonte di ispirazione per te e per tutti noi. Siamo una famiglia, una confraternita di cavalieri che hanno visto la caduta e si sono rialzati con ancora più forza.

Siamo i Cavalieri dello Scudo Sacro!

L’onore è la nostra coscienza.

Il valore è il nostro sangue, la giustizia è la nostra anima.

Sosteniamo la legge.”

Le parole di Franz risuonano nella sala, avvolgendo tutti i presenti in un’atmosfera solenne e carica di significato. Killian, ancora inginocchiato, solleva il capo e i suoi occhi brillano di gratitudine e determinazione.

Franz toglie la mano dalla testa del cavaliere e poggia entrambe le mani sul petto, proprio sopra il cuore.

“Killian, accogli i doveri e le responsabilità di un cavaliere del nostro ordine. Che la tua spada sia sempre pronta a difendere i deboli, che la tua parola sia sempre ferma e veritiera, e che il tuo cuore sia guidato dall’onore e dalla giustizia.”

Killian si rialza, fiero e deciso, e guarda negli occhi il suo mentore.

“Mio Lord Franz Torkeep, accetto con umiltà e devozione il mio ruolo di cavaliere. Giuro di proteggere gli indifesi, di combattere per la verità e di onorare il nostro ordine con il mio impegno e la mia lealtà. Che gli Dei mi assistano.”

Franz sorride orgoglioso e stende la mano verso Killian. Quest’ultimo stringe la mano del suo mentore con fermezza, sigillando così il loro legame e il giuramento appena pronunciato.

L’uomo che è stato il tutore e maestro di Killian pone entrambe le mani sulle sue spalle e gli dice: “Ora andiamo, Cavaliere. La nostra Guerra di riconquista sarà vinta e l’abominio sarà schiacciato e cancellato per sempre dalle nostre terre!”

Killian ha un volto diverso. La durezza e la cupezza che lo accompagnano costantemente sembrano aver lasciato il posto alla gioia ed emozione.

Lord Torkeep è un uomo di grandezza unica. Anche Ulnar rimane affascinato dal suo parlare, dal suo grande carisma e dalla sua convinzione. Lui è l’eroe che durante le guerre recuperò il Pastorale di Rao, con il quale Hazen di Veluna scacciò i Demoni di Iuz dalle Flanaess, permettendo agli eserciti del bene di risollevare le sorti della guerra.

Kay lo ringrazia calorosamente per aver cercato di proteggere sua sorella, come ha sempre potuto vedere dal cristallo.

Ulnar gli consegna una delle sue spade magiche. “Va bene una spada lunga?” chiede il guerriero al cavaliere.

“Andrà benissimo. Da chi ho l’onore di ricevere questo dono?” chiede Franz.

“Ulnar” risponde secco il guerriero, con qualche vergogna e preoccupazione per il suo aspetto non certo rassicurante davanti a un uomo come Lord Torkeep.

“Quell’Ulnar che è stato il Comandante in Capo della flotta della Lordship of the Isles, prima che quel regno fosse perduto in mano ai serpenti scarlatti? Quell’Ulnar che è stato una spina nel fianco di Ivid V e dei suoi scagnozzi di mare dei Sea Barons per anni? Quell’Ulnar della Compagnia del Drago Nero? Quell’Ulnar?” dice Lord Torkeep con enfasi.

“Sì. Quell’Ulnar. Anche se piuttosto malridotto” dice il guerriero, con un tono di voce amaro, facendo il saluto marziale di massimo rispetto che si deve ai regnanti.

Franz risponde al saluto in modo impeccabile, poi scioglie la marzialità del momento con un abbraccio affettuoso al guerriero e gli sussurra benevolmente: “Non ti preoccupare. Siamo tutti piuttosto malridotti”.

“Ma ora datemi degli stracci, grande Ammiraglio del Sud. Non vorrete che venga a combattere insieme a voi nudo?” continua il cavaliere, con un tono da spirito cameratesco.

Ulnar non si sentiva così da tanto tempo. Quest’uomo, con poche parole e un’empatia assoluta, è riuscito a fargli provare sentimenti e una forza positiva che lo avevano abbandonato da tempo.

Killian è stupefatto nel sentire queste cose su Ulnar e il rispetto che porta il suo maestro. Non l’avrebbe mai detto. L’aveva inquadrato come un grande guerriero, ma non di certo con un passato di gloria militare fino a quel punto.

“Servono delle vesti per Lord Torkeep!” urla Ulnar a Merouac.

“Ti ho detto di non rivolgerti a me in questo modo, scarto della morte. Devi tremare di fronte a colui che è la dissoluzione della vita” risponde il Sacerdote con voce infastidita.

Ulnar è talmente felice che quella che fino al minuto prima sarebbe stata una frase in grado di fargli perdere il controllo, viene accolta con una risata e una battuta dell’Ulnar dei vecchi tempi: “Ah Ah Ah! Ci fate talmente tremare di paura, che siamo venuti nel cuore del male con un cane al seguito”

“Perché questo immondo è ancora qui e non lo stiamo estirpando dalle Flanaess?” dice Franz in tono minaccioso, puntando la spada contro il Sacerdote di Nerull.

“E’ una storia lunga. È anche grazie a lui e al suo capo se siamo qui e sei libero. E ora dovremo proseguire facendo anche di peggio. Ma si tratta di un male necessario. Killian saprà spiegarti meglio,” risponde Ulnar.

Nel frattempo, il Quasit porta una tunica nera a Lord Torkeep. Lui, schifato, la taglia con la spada e ne fa un tabarro che si avvolge intorno al corpo.

“Ora basta con i vostri osceni e disgustosi rituali. Dobbiamo andare. Il Cupo Re attende la liberazione del suo Prescelto,” dice Merouac, spostando la lingua di carne che apre il passaggio sul corridoio.

Il Sacerdote si muove verso destra. Il corridoio si chiude su una grande porta a due ante, che sembra disegnata sul muro.

“Preparatevi. Dietro questa porta c’è Palmardek e la sua corte,” dice il Prete.

I guerrieri estraggono le armi. Killian accarezza Ivid e gli fa cenno di aspettarlo in un angolo del muro. Kay prepara Skyblade in una mano, nell’altra tiene a portata il Cubo di Forza e si appiattisce contro una parete. Ambara incocca una freccia nel suo arco. Rydkssu estrae una pergamena e ne legge l’arcano contenuto. Poi fa la stessa cosa con una seconda pergamena. Entrambi i fogli si consumano. Una strana aura azzurra pervade tutti i membri del nutrito gruppo.

“Se state entro pochi metri da me, sarete immuni al fuoco e invisibili fino a quando non attaccherete il nemico,” dice il Githzerai. Poi prosegue cospargendo polvere d’argento sulla testa di Ulnar e Franz mentre recita formule magiche. “Questo vi aiuterà rendendovi più difficili da colpire dai Tanar’ri.”

Mika beve una pozione magica che lo rende più resistente.

“Io e Killian sul grosso Demone. Lord Torkeep e Mika sul resto. Rydkssu e Ambara forniranno supporto magico da distanza. Kay farà in modo che il Prete faccia ciò che deve. Siamo pronti,” dice Ulnar al gruppo.

Merouac, alle parole del guerriero, pronuncia una frase incomprensibile e le due ante disegnate sul muro sembrano prendere vita, iniziando ad aprirsi.

È una stanza molto grande. Sopra una predella si erge un gigantesco trono scolpito nella carne ed elaborato con ferro, ossa, ebano e malachite. Alla sinistra del trono c’è un grosso pozzo, anch’esso di carne, e proseguendo sempre verso sinistra si trova una porta sulla parete. Sulla parete destra c’è un’apertura ad arco molto ampia che conduce a una stanza adiacente. Piscine di sangue ribollente sono sparse per tutta la stanza e quattro imponenti statue di guerrieri in armatura completa sono allineate sul bordo della predella.

Seduto sul trono c’è un gigantesco essere dalla testa di rana, simile nell’aspetto alle statue nella stanza dell’ascensore. Al suo fianco si trova una creatura semi-scheletrica con la testa a pungiglione e gli occhi di brace. Hanno già visto molti d questi esseri da quando sono arrivati in questa città. Si tratta di un Hezrou e di un Babau, due potenti Tanar’ri.

La creatura bestemmia parole in abissale. “Merouac, se uno stolto come stolto è il tuo Dio.” Così dicendo, si alza dal trono in modo sorprendentemente rapido per la sua mole e con un movimento della mano dà vita alle quattro grandi statue di pietra che si muovono davanti a lui. Con l’altra mano, fa comparire un muro di fuoco oltre le statue.

Il gruppo si lancia nella stanza, attraversando incolumi il muro di fuoco grazie alla protezione magica di Rydkssu, e ognuno si dirige verso i propri bersagli.

I quattro combattenti affrontano le statue corazzate, armate di gigantesche spade a due mani. Colpiscono i costrutti con una violenza e una maestria inaudite. Killian, Ulnar e Mika distruggono il proprio avversario in pochi istanti. Franz viene colpito dalla grossa spada, che gli provoca un ampio taglio al costato, ma riesce a riassestarsi e investire il nemico di fendenti.

Il Babau appare improvvisamente alla destra di Ulnar e, con un raggio cremisi, colpisce il guerriero. Ulnar resiste all’incantesimo di indebolimento mentale, anche grazie alla protezione del medaglione datogli da Xansha. Il Demone, infuriato dall’inefficacia della sua magia, si lancia contro il guerriero e tenta di colpirlo con la sua lancia contorta e la sua coda. L’acido corrosivo brucia la carne del guerriero e rischia di compromettere l’armatura incantata. Ulnar risponde con due fendenti che tagliano le carni del Demone, mentre il suo icore sfrigola sulle armi che, grazie alla loro potente resistenza magica, non si corrodono.

Rydkssu lancia un raggio paralizzante dalla sua bacchetta contro Palmardek, e contemporaneamente Ambara scaglia due frecce verso il Demone. Il raggio non ha effetto, e le frecce sembrano scalfire il Demone a malapena.

Intanto, Kay prende Merouac vicino a sé e attiva il Cubo di Forza. I due si muovono sotto l’effetto dell’invisibilità nella stanza per raggiungere l’arcata sulla destra. “Il Prescelto è in quella stanza,” dice il Sacerdote all’Elfo.

Un essere che sembra uno squalo con gambe umane compare da dietro il trono e carica Killian. Il Cavaliere e Mika lo abbattano a colpi di spada, non prima di aver subito gravi danni a causa dei suoi morsi.

Ulnar colpisce ancora il Babau. La sua lama Danzante, questa volta, sembra non resistere all’acido del suo sangue e ne subisce parzialmente gli effetti, danneggiandosi sul filo di sinistra. Il Babau sparisce improvvisamente.

Mentre il combattimento infuria, Kay e Merouac raggiungono e superano l’arcata. Un grande vortice magico rotea al centro della stanza. Gelo e urla agonizzanti provengono dal Maelstrom. Le pareti toccate dai venti del turbine, necrotizzano e si rigenerano in un ciclo che sembra eterno. Il Sacerdote sembra in estasi, forza il passo per andare verso il vortice, tentando di uscire dalla protezione del cubo. Kay a fatica lo trattiene.

Palmarek si rende conto di quello che sta avvenendo, sparisce dalla sala del trono e si teletrasporta davanti a Kay e Merouac. Dalle sue mani scaturiscono raggi verdastri contro i due, ma il Cubo li protegge. Quando si trovano quasi a contatto con il vortice, il Sacerdote strappa il Cubo dalle mani di Kay e preme il lato numero sei per disattivarlo. L’Elfo lo riagguanta subito e, con una capriola rovesciata, fa un balzo all’indietro per evitare di finire nel maelstrom. Mentre è in aria, ripreme il lato numero cinque del Cubo per proteggersi dai raggi del Demone. Contemporaneamente, il Prete, con una risata folle, si lancia nel vortice.

Dopo qualche secondo di stupore, Palmardek guarda l’interno del vortice e ride in modo sguaiato.

Lord Franz Torkeep. Cavaliere Banderese dello Scudo Sacro. Barone della Fortezza di Torkeep. Livello più profondo delle Prigioni di Dorakaa.
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